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Una fede da fanciulli

E' stata una delle espressioni più emblematiche del discorso dell'allora cardinal Ratzinger nell'omelia "Pro eligendo romano Pontefice" con la quale esortava il mondo a combattere il relativismo dilagante.

A primo acchitto ho visto in quella frase un tono alquanto duro e ho pensato che stonava un po' con l'atmosfera che si era respirata per i funerali di Giovanni Paolo II.
Oggi però devo ricredermi e riconoscere che in quelle parole non c'era nulla di ostile alla gioventù, al "sale del mondo", ma anzi c'era un segno di fiducia riposto in noi.
Il Papa, ammettendo di essere "giovane" dentro, di amare il dialogo con i giovani, ci ha fatto capire che un vero dialogo con Dio non può basarsi solamente sulle manifestazioni esteriori, ma ha radici ben più profonde, si riscopre nel quotidiano, in ogni gesto.

Ciò non significa snobbare il coraggio, l'entusiasmo e lo slancio dei giovani, ma acquisire una maggiore consapevolezza, quel quid che permette alla religione vissuta in questo modo di non sfociare nel fanatismo, nel bigottismo o nella semplice moda del momento.

La Fede, unita alla ragione, ci permette di metterci in un cammino, magari non sempre facile, ma che comunque potrà dare un senso alla nostra vita.
In questo senso, le GMG sono un grande segno del coraggio della Chiesa, intesa come comunità tutta; la mentalità vincente è quella di Cristo, saper diventare piccoli piuttosto che grandi vuoti.

Purtroppo, non sono potuta andare a Colonia, e così mi sono persa tutte le emozioni, le gioie che ho cercato fantasticando di immaginare, senza per questo riuscirci pienamente.
Tuttavia, il messaggio è arrivato anche a Modica: "essere cristiani è bello", Gesù è con noi, cammina con noi, non ci lascia mai soli, ma come a Pietro nelle acqua agitate ci tende la mano.
"Siamo venuti ad adorarlo anche se siamo rimasti a Modica".
Il cammino è appena iniziato!